Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

23 ottobre 2006

Forse comincia a muoversi qualcosa!

La Commissione regionale per le Pari Opportunità ha elaborato e pubblicato un bando per la creazione ed incentivazione del lavoro femminile in Calabria. Ho letto con soddisfazione su un quotidiano che sono state presentate dalle donne della mia regione di origine ben 250 idee progettuali. Questa notizia mi ha colto di sorpresa e mi colpito in modo positivo perché finalmente forse non vengono persi i finanziamenti stanziati per lo sviluppo della Calabria grazie all’operosità, vivacità e dinamismo delle donne calabresi.
La presidente dell’organismo Antonia Lanucara ha assicurato che “la Commissione si impegnerà ad esaminare i progetti riservandosi di scegliere, a suo insindacabile giudizio, quelli che saranno riconducibili, non solo alla fattibilità, ma anche e soprattutto alle finalità individuate dal bando”.
Secondo Lanucara la manifestazione di interesse oltre a realizzare una ricaduta occupazionale non solo per le donne, punta a produrre ricchezza per mettere fine a quella politica assistenziale conosciuta da tanto e per troppo tempo.

Decreto per la Locride

Da “Il Giornale di Calabria”del 20 ottobre 2006

“Il decreto per la Locride annunciato dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella, va nella direzione auspicata da quanti indicano nel ripristino della legalità in vaste aree della Calabria una delle priorità di cui lo Stato deve farsi carico. Allo stesso tempo, è un segnale significativo la capacità, dimostrata dal Governo, di ascoltare i familiari di vittime della mafia che chiedono giustizia”. E’ quanto afferma, in una nota, l’assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, esponente dei Ds. “E’ ancor più significativo – sostiene Lo Moro – che l’annuncio del ministro Mastella sia giunto nel giorno in cui lo Stato ha colpito le cosche mafiose della provincia di Cosenza, con un’operazione dei carabinieri che ha permesso di risalire ai mandanti ed agli esecutori di omicidi che sembravano ormai destinati all’impunità, come nel caso del delitto Cosmai. Si tratta indubbiamente di un segno positivo per i familiari delle vittime, ma lo è soprattutto ai fini della riaffermazione della sovranità dello Stato”. “ Sono segnali incoraggianti – sottolinea ancora l’assessore – per chi in questa regione ha responsabilità pubbliche e lavora per risolvere i problemi amministrando nel rispetto della legalità. Sotto questo aspetto, purtroppo, va registrato l’ennesimo attacco contro le istituzioni democratiche, con le intimidazioni subite dal sindaco di Vibo Valentia, Franco Sammarco, e dal presidente della Provincia di Crotone, Sergio Iritale. Anche sotto questo aspetto evidentemente molto è ancora da fare. Lo Stato deve garantire la sicurezza di chi amministra nella legalità e deve colpire senza tregua le organizzazioni criminali ed i loro traffici illeciti”. Per Lo Moro “occorre aggredire i patrimoni accumulati illecitamente dai clan; allo stesso tempo è fondamentale che le organizzazioni criminali, e l’illegalità in generale, rimangano fuori dalle istituzioni. La certezza della pena è una condizione fondamentale nella lotta all ‘ndrangheta. E’ importante che delitti particolarmente gravi non restino impuniti; la convinzione dell’immunità rispetto alle leggi dello Stato non può che incrementare la prepotenza della malavita: ogni trionfo della giustizia, viceversa, è un colpo diretto alla forza criminale della mafia”.

17 ottobre 2006

Finalmente un "Piano"



Leggendo il “Giornale di Calabria” del 14/10/2006 mi ha colpito la dichiarazione dell’Assessore alla Protezione civile Benedetto Di Iacovo riguardo un Piano della Protezione civile per il centro storico di Corigliano, che desidero riportare integralmente: “Il Piano ha lo scopo di prevenire il rischio di inondazioni e il fenomeno sismologico per il centro storico. Le prossime tappe saranno quelle di dotarci del Centro Operativo Comunale ( Coc ) di protezione civile, che in caso di calamità fornirà i soccorsi e le attrezzature necessarie. I responsabili del settore dovranno predisporre l’Organigramma riportante i nominativi e le funzioni che si dovranno svolgere nell’eventuale emergenza, nonché la segnalazione dei luoghi sicuri di raccolta dei cittadini da indicare con apposita segnaletica”. “ Dovrà essere, infine, realizzato un opuscolo da consegnare ai cittadini per i conseguenti comportamenti da adottare in caso di calamità”.
E’ palese, quindi, che Corigliano come del resto tutta la Calabria, è a rischio di calamità sismologiche. Apprezzabile quindi che finalmente si cominci ad improntare un piano di emergenza; vergognoso che si è dovuti arrivare nel 2006 per cominciare a parlarne. Non è chiaro, invece, e mi fa pensare e preoccupare che non si parla affatto delle misure che s’intendono adottare per scongiurare il rischio di inondazioni. Mi auguro che a tralasciare questa problematica sia stato il giornalista che ha scritto l’articolo e non l’Assessore. In caso contrario mi fa pensare il fatto che non sia stata denunciata tale grave mancanza. Perché chi ha il potere di denunciare tutto quello che non va ( in questo caso colui che ha scritto l’articolo ), evidenzia solo il lato positivo della vicenda credendo di imbambolare i lettori? In Calabria si è sempre in campagna elettorale? Quanti altri comuni sono a rischio di catastrofi idrogeologiche? Bisogna che succeda qualcosa per parlarne per pochi mesi ( vedi Sarno )?

La Piazza dei Diritti Negati

Dal 13 ottobre ’06 il sig. Mario Congiusta ha iniziato lo sciopero della fame in un camper in piazza del Tribunale a Locri per chiedere che vengano individuati gli autori dell’omicidio del figlio Gianluca, ucciso a Siderno il 24 maggio del 2005. Esprimono solidarietà al sig. Congiusta i cittadini che si soffermano a leggere i cartelli sui quali viene spiegata la motivazione della protesta e tutte le richieste avanzate da tempo ai ministri dell’Interno e della Giustizia. Il sig. Congiusta chiede un rafforzamento dell’organico della Magistratura inquirente e l’invio di unità specializzate delle Forze dell’Ordine. Significativo il fatto che i ragazzi di Locri hanno chiesto al sig. Congiusta di sostuirsi a lui in uno sciopero della fame a staffetta.
Bisogna proprio arrivare alle estreme conseguenze per avere un minimo di garanzia e di giustizia?
Perché non ci si impegna a combattere le guerre che abbiamo nel nostro paese e si mandano a morire ragazzi in guerre mascherate come “missioni di pace"?

15 ottobre 2006

Santo Stefano di Camastra: l'Arte della Ceramica

Santo Stefano di Camastra

La curiosità è uno degli elementi peculiari del mio carattere; oggi da blogger posso far conoscere e pubblicare ciò che penso e soprattutto il frutto delle mie ricerche su vari argomenti. Proprio questa “esigenza” di documentarmi su cose nuove, mi ha spinto in passato a cercare su internet ed a pubblicare oggi qualche notizia su Santo Stefano di Camastra e la sua Arte della Ceramica. Non conosco personalmente questo paese, ( anche se spero di andarci presto ), ho potuto soltanto apprezzare alcuni prodotti di ceramica regalatemi da due amici nati in quel comune, di circa 5000 abitanti in provincia di Messina, “ esuli forzati” come me.
Devo subito affermare che ho avuto qualche difficoltà nel reperire notizie riguardanti la sua storia, soprattutto quella del periodo anteriore al XVII secolo.
L’attuale sito fu riedificato nel 1683 dal duca di Camastra Giuseppe Lanza Barresi; peculiare e di grande interesse urbanistico la pianta del centro storico che presenta una forma di rombo iscritto in un quadrato. Santo Stefano di Camastra, situata tra i monti Nebrodi ed il mar Tirreno, è definita da molti una città museo ricca d’opere antiche e moderne. Non poteva essere altrimenti visto che ciò che ha reso questo piccolo comune famoso in tutto il mondo, è l’arte della ceramica apprezzata anche nelle fiere internazionali di New York, Toronto, Francoforte, Barcellona, ecc. Ho detto opere moderne e soprattutto antiche; infatti, è da presupporre, in seguito al ritrovamento di fornaci risalenti al X secolo, che già in quel periodo esistesse l’attività della ceramica, limitata inizialmente alla produzione di materiali da costruzione e di uso domestico. Nel XVIII secolo la qualità delle opere degli artigiani stefanesi migliora sensibilmente grazie alle tecniche di smaltatura del cotto apprese dai maestri Napoletani. Si cominciarono a produrre ceramiche artistiche ancora oggi caratterizzate dai colori verde rame, giallo arancione, blu cobalto e bruno manganese; vere e proprie opere d’arte in ceramica che decorano gli ambienti interni ed esterni dei palazzi gentilizi. Oltre a queste opere decorative i maestri di Santo Stefano producono anche fioriere, piatti, brocche, vasi e mattonelle; le loro opere conservano l’elemento rustico del gusto siciliano, pur richiamando lo stile di Luigi XIV. Pur rimanendo sempre viva la tradizione artigiana, dal XIX secolo incomincia la produzione industriale delle opere maioliche Stefanesi; alcuni artigiani, per migliorare la tecnica pittorica, chiamarono a Santo Stefano ceramisti francesi che si fermarono molti anni a lavorare con loro. Nel 1934 fu istituita la “ Scuola Regionale d’Arte per la Ceramica ” che rappresentò il gran salto di qualità dell’arte della ceramica stefanese.
Desidero finire questo post dedicato all’arte della ceramica a Santo Stefano di Camastra, riportando integralmente quanto letto su un sito internet dedicato all’arte maiolica stefanese: “ Il successo dell’economia stefanese sta nel fatto che non vengono esportati soltanto i prodotti ma insieme ad essi anche la cultura che li ha generati, il loro processo lavorativo, l’entusiasmo con cui sono stati concepiti e realizzati”.



2 ottobre 2006

Proverbi, Filastrocche e "Dittati Antichi"....

Con questo post voglio pubblicizzare e consigliare la lettura di due pubblicazioni di Ludovico Aurea, “Proverbi, Filastrocche e Dittati Antichi di Bocchigliero” e “Radici di Bocchigliero nelle civiltà del passato”. L'autore è nato a Bocchigliero il 2 gennaio 1939. Ha completato i suoi studi ginnasiali a Rossano per passare poi all'Istituto Magistrale “Lucrezia della Valle” a Cosenza dove ha conseguito la maturità. Ha insegnato Educazione Fisica nell'Ipsia di Bocchigliero fino al 1968, anno in cui è passato nelle Scuole Elementari. E' rimasto a Bocchigliero fino al 1982 per poi trasferirsi a Rossano dove ha insegnato fino al 2001. Ora, in pensione, vive facendo la spola, per vari motivi, fra Rossano e Bocchigliero. Voglio riportare alcuni passi della prefazione contenuti nella prima pubblicazione: “Si dice che un popolo perde la sua libertà e rimane un popolo; perde la sua terra e rimane ancora un popolo; perde la sua lingua e perde la sua identità. Non è più un popolo!”
“Penso ai molti Bocchiglieresi sparsi in tutt'Italia e nel mondo che al suono di una voce familiare tendono l'orecchio per identificare la persona dalla quale proviene. Si prova una sensazione strana! Qualcosa ti spinge verso quella persona e ti fa rivivere un mondo che lentamente, ma inesorabilmente, scompare alle tue spalle”.
Credo che la “sensazione strana” di cui parla Aurea sia provata da tutti gli esuli forzati che amano la loro terra.

“U fingiare è virtù ma nno ppe tùtti, usàre la prudènza è 'na bell'àrti, ma si vu' dàre la risposta a tùtti, pìardi 'a virtù, 'u ngìagnu e l'àrti”.
( Prov. Fingere è una virtù ma non per tutti, usare la prudenza è una bell'arte, ma se vuoi dare la risposta a tutti, perdi la virtù, l'ingegno e l'arte. Bisogna comportarsi con prudenza per non perdere il decoro ).

Nella pubblicazione “Radici di Bocchigliero nelle civiltà del passato” Ludovico Aurea intende valorizzare il passato, approfondire e far conoscere le tradizioni e le origini di Bocchigliero, usando, come dice nella prefazione “un linguaggio semplice e popolare per tenere fede al mio intento di scrivere per il popolo perchè quanto io ho scritto appartiene al popolo e da esso dovranno uscire quei giovani che, spero, vorranno approfondire, ampliare e completare il mio lavoro “.