Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

27 marzo 2008

Maria Oliverio alias "Ciccilla"



Maria "Ciccilla" Oliverio, bellissima ed allo stesso tempo crudele, era la donna del brigante Pietro Monaco. Quest'ultimo, in verità, era sposato con la sorella di Ciccilla, Concetta, ma lei, folle di gelosia, la uccise a coltellate. Quando morì il marito divenne lei stessa capo banda. Ciccilla era una donna molto "passionale" dopo la morte del marito si legò a diversi uomini e si dice che prima di uccidere i prigionieri faceva l'amore con loro. Catturata da un reparto del 58° fanteria fu dapprima condannata a morte, pena poi commutata ai lavori forzati. Quando morì la gente di Calabria cantava "la fimmina di lu brigante Monaco muriu, lu cori comu na preta mputtu tinia" (è morta la donna del brigante Monaco, aveva il cuore come una pietra).

18 marzo 2008

"I Vattienti"

L'anno scorso in occasione della Pasqua ho pubblicato due post in cui ho descritto alcune tipologie di Processioni; nel primo post (http://pinoamoruso.blogspot.com/2007/04/.........) ho parlato della "Naca" di Catanzaro e delle "Congreghe e Misteri" di Rossano.
Nel secondo, invece, ho descritto un rito unico e spettacolare che non conoscevo e che si tiene ogni anno a Bova in provincia di Reggio Calabria: la “Processione delle Persephoni” (http://pinoamoruso.blogspot.com/2007/04/....).


Quest'anno ho deciso di parlare della tradizione secolare dei “Vattienti” di Nocera Terinese, piccolo borgo calabrese in provincia di Catanzaro, in cui ogni anno durante la Settimana Santa si ripete, appunto,il rito dei “Vattienti”, letteralmente i flagellanti. Si tratta di un rito religioso cristiano ma in cui molti ravvedono sfaccettature pagane e altri ancora i segni della barbarie che contraddistinse l’epoca medievale.
Il rito dell’autoflagellazione molto antico, viene ancora oggi praticato; vi è incertezza riguardo la sua introduzione nella cultura e nei costumi ed usanze religiose di Nocera Terinese (Agostiniani, Benedettini, Gesuiti, Minori Conventuali o Passionisti). Fatto sta che tutti gli anni, intorno alle ore 20.00 del Venerdì Santo, gli “Apostoli” (Portantini), vestiti di lungo camice bianco e corona di spine in testa, prelevano la pesante Statua dalla Chiesa dell’Annunziata ove è ben allocata da sempre e, a spalle, con ritmo lento e cadenzato, danno inizio alla “VIA CRUCIS”. A metà processione intervengono, puntuali, 10 o 15 Vattienti (Flagellanti) che indossano dei pantaloncini rigorosamente scuri e corti per lasciare nude le gambe e le cosce, che saranno le parti flagellate, e viene loro posta sul capo una corona di spine.
Le gambe dei vattienti vengono massaggiate con un infuso di rosmarino, riscaldato in precedenza, per facilitare il riassorbimento del sangue.
Gli strumenti con cui il vattiente dà luogo al rito sono il cardo e la rosa. Si tratta di dischi di sughero con i quali il vattiente si percuote. Sulla superficie di uno di questi dischi tredici pezzi di vetro che simboleggiano i dodici apostoli e Cristo; l’altro disco è, invece, ben levigato e viene usato sia per preparare prima con i colpi la pelle a ricevere le ferite procurate dalle schegge di vetro sia, secondo alcuni, per macchiare con il sangue le mura e le porte delle case attraversate dalla processione.
Il vattiente esce dalla propria casa con le braccia incrociate e impugnando il cardo e la rosa. Ma nella processione non è solo. Legato a lui con una corda c’è, infatti, l’ ecce homo. Si tratta in genere di un ragazzino che indossa soltanto un panno rosso che gli lascia scoperte le spalle e una corona di spine.
L’ecce homo, nel dialetto locale acciomu, trascina per tutta la processione una croce rivestita di rosso e rappresenta la figura e il sacrificio di Cristo.
I vattienti camminano per il paese battendosi prima davanti alla propria casa e poi davanti alle case di amici e parenti, i sagrati delle chiese e davanti alle icone votive. Nel loro percorso di espiazione sono accompagnati da parenti e amici che bagnano loro le gambe con infusi di vino e aceto. In questo modo, prevengono sia possibili infezioni che la formazione di coaguli e croste che oltre a provocare dolore renderebbero meno scenico il rito.
Così il sangue continua a sgorgare in forma liquida fino a che, giunti alla statua della Madonna dell’Addolorata, il vattiente, dopo aver pregato, ritorna nelle propria casa. Dopo essersi rivestito si ricongiunge subito alla folla e segue, a sua volta, il percorso degli altri flagellanti.
Voglio concludere riportando quanto scritto da Antonio & Giovanni Mendicino nel libro "Oje è vennere Santu..."
“I flagellanti di Nocera Terinese non costituiscono una confraternita religiosa, non si battono per protestare contro una società misera e malcontenta. Si battono per voto che si adempie per ottenere una grazia o perché l’hanno già ottenuta. Il voto viene sempre fatto per ragioni familiari ed è essenziale per il flagellante compierlo, anche a costo di grandi sacrifici.
Per il flagellante l’importante è offrire il sangue per la grazia chiesta alla Vergine Addolorata. C’è in questo rito un atteggiamento culturale”. "Sento qualcosa di irresistibile nella vita per cui sono spinto a battermi"; è questa un’esigenza fisica determinata da qualcosa di inconscio che li fa trepidare, quel “chjurire 'e gambe”(prurire le gambe) che tutti avvertono nei giorni precedenti il Sabato Santo. Certamente questa loro ostinazione nel battersi è un’abitudine che spiegherebbe non solo gli stati d’animo angosciosi in cui si trovano prima della festa, ma anche la necessità del ritorno in Nocera dalla Svizzera, dalla Germania, da Milano, ecc.. I vattienti ritengono la flagellazione come un identificarsi con Cristo Salvatore e vogliono da un lato salvarsi con l’effusione del loro sangue e dall’altro soddisfare il voto. Cristo ha salvato l’umanità con il suo sangue divino: il vattiente, invece, è creatura umana, imperfetta, peccatrice, e volendo salvare se stesso e gli altri cui è unito da vincoli di affetto e sapendo che il suo sangue non può avere tale potenza salvatrice, rinnova quasi il battesimo, questa volta però di sangue, ed effonde il suo sangue mescolandolo con quello di Cristo. Si identifica così col Salvatore e dà al suo sangue la potenza dell’amore e della vita. Questo è il vero motivo del rito dei vattienti di Nocera Terinese: attribuirgli un carattere di esclusivo esibizionismo o di un vanitoso fanatismo di alcuni giovani sprovveduti, significa relegarlo ai margini di un semplice fenomeno spettacolare, ottimo solo per attirare le folle dei curiosi o di qualche allegro cineasta”.


12 marzo 2008

"Area Marina Protetta di Capo Rizzuto"

Voglio segnalare un post scritto dall'amica Maria Angela Pugliano e pubblicato sul blog Diaframmi Crotone. Si parla dell'Area Marina Protetta di Capo Rizzuto, fiore all’occhiello del turismo provinciale, cosiderata esempio di organizzazione e di funzionalità.
"Luogo dal fascino suggestivo in cui si mescolano sapientemente storia e natura, occupa una superficie di circa 15mila ettari di mare, che ne fa la maggiore d’Italia per ampiezza. Si estende nel tratto costiero a sud di Crotone per 36 km, tra Capo Donato e Barco Vercillo, e per una profondità di 100 metri verso il mare aperto".

"Dal punto di vista storico sono numerose le testimonianze sulla sua costa: dalla colonna dorica del tempio di Hera Lacina a Capo Colonna, databile intorno al VI secolo a.C., a Capo Cimiti, dove sono state individuate le strutture di una grande villa d’età imperiale, dotata di bellissimi pavimenti marmorei o a mosaico e di un impianto termale, per poi proseguire fino all’isolotto di Le Castella, che deve il suo fascino suggestivo all’imponente Castello Aragonese. Inoltre a partire dal XV secolo, come difesa per le incursioni turche, vengono costruite numerose torri che ancora oggi spiccano nel panorama costiero (Torre Vecchia a Capo Rizzato, Torre del Martello di Nao a Capo Colonna, Torre di Scifo a Capo Pellegrino, Torre Nuova a Capo Rizzuto)".

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5 marzo 2008

Ragazzo del Sud!

Adriano Celentano - Dormi amore la situazione non è buona

Ragazzo Del Sud!

Per le strade di Torino
polizia e malviventi
sono tutti di una razza
sono figli degli stenti
meridione disperato
sole, mare e poesia
o banditi per le strade
o arruolati in polizia!

Ragazzo del sud
non ti rimane
che andare in polizia
o come alternativa
una rapina a una gioielleria
di tutti i tuoi fratelli
sei l'unico che ha studiato
il grande è già a Torino
e in polizia si è già arruolato!

Per le strade di Torino
polizia e malviventi
sono tutti di una razza
sono figli degli stenti
meridione disperato
sole, mare e poesia
o banditi per le strade
o arruolati in polizia!

Ragazzo del sud
mentre scappavi
un poliziotto ti ha sparato
una raffica di mitra
e sei rimasto a terra fulminato
con una calza nera
ha il viso incappucciato
ma sotto il volto vero
di tutto il sud emarginato!

Per le strade di Torino
polizia e malviventi
sono tutti di una razza
sono figli degli stenti
meridione disperato
sole, mare e poesia
o banditi per le strade
o arruolati in polizia!

Na na na ni na na na ni ni

per te è piu facile sei Modugno (parlato)

na na na ni na na ni ni