Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

18 aprile 2008

Cirò e Gerace a “Sabato & Domenica” (Rai Uno - in onda il 19 e 20 aprile)

I due borghi in onda il 19 e 20 aprile nella rubrica curata dal presentatore crotonese Massimo Proietto.

La Calabria debutta a “Sabato & Domenica”, la trasmissione mattutina di Rai Uno condotta da Franco Di Mare e Sonia Grey. A rappresentare la nostra regione sono stati scelti i borghi di Cirò e Gerace, protagonisti dell’apposita rubrica curata dal presentatore crotonese Massimo Proietto. Si tratta, indubbiamente, di una grande opportunità di promozione turistica anche per le rispettive province: Crotone e Reggio Calabria.

Lo spazio della trasmissione nel quale Proietto funge da inviato alla scoperta degli aspetti storici, artistici, culturali, produttivi ed enogastronomici dei borghi più belli d’Italia va in onda intorno alle ore 8.30. Sabato 19 aprile verrà mostrata Cirò, domenica 20 Gerace. Le riprese della troupe di Rai Uno, con la regia di Giuseppe Di Tommaso, si sono svolte da lunedì a mercoledì con un’organizzazione ed una tempistica che hanno consentito, grazie anche ad un montaggio altrettanto rapido ed efficiente, di mandare in onda i due borghi calabresi alla fine della stessa settimana.

L’itinerario televisivo alla scoperta di Cirò prevede visite al quattrocentesco castello Carafa, alla piazza principale del paese, alla chiesa madre di Santa Maria de Plateis, al Palazzo Adorisio, alla casa natale di San Nicodemo e ad altre pregevoli testimonianze dell’antico borgo. Cirò, come spiega ai telespettatori il prof. Egidio Mezzi, profondo conoscitore della storia locale, ha dato i natali al medico e astronomo Luigi Lilio, autore della riforma del calendario gregoriano del 1582. All’insigne uomo di scienza cirotano le riprese di Rai Uno affiancano i personaggi del nostro tempo, testimoni di tradizioni popolari e di mestieri ormai in via di estinzione: Salvatore Cariati, ultimo maestro artigiano nella lavorazione dei “panari” e Giuseppe Perri “u scarparu”.

n posizione dominante sulla vicina costa, Cirò ha dato l’occasione per un breve salto a Cirò Marina. Qui Pasquale Carelli, uno degli ultimi pescatori della ridente località ionica, racconta degli anni difficili del dopoguerra, quando saliva al borgo di Cirò a vendere il pesce e spesso lo barattava con i prodotti offerti dai contadini. L’intera zona è rinomata per la coltivazione del vitigno gaglioppo, le cui uve danno vita al vino Cirò, il più antico doc calabrese. Non ne poteva mancare la presenza sulle tavole riccamente imbandite con i prodotti gastronomici del luogo.

A Cirò, presso l’agriturismo di località Catena, il piccolo schermo mostra ‘maccarruni ai ferretti’ al sugo di cinghiale, ‘sauza’, ‘pitte’ con le sarde, ‘pipi e patate’, pecorino e caciocavallo. A Cirò Marina, invece, trionfano le inquadrature delle specialità marinare preparate presso il ristorante “Max”. Storia, arte, cultura e tradizioni locali sono il filo conduttore anche della puntata dedicata a Gerace.

Il paese, arroccato su un rilievo di arenaria che domina gran parte del territorio della locride, conserva intatto il suo impianto medioevale. Il ricco patrimonio di chiese, il dedalo di vicoli, gli innumerevoli scorci panoramici che si offrono al visitatore ne fanno uno dei borghi più belli d’Italia. Per gli operatori di Rai Uno l’offerta d’inquadrature suggestive è stata quanto mai generosa. La Cattedrale di stile romanico, con le sue tre navate e le colonne provenienti dal sito archeologico della vicina Locri Epizephiri, è una tappa obbligata per i visitatori.

Da lì si passa a Piazza delle tre chiese, così chiamata perché vi si affacciano la chiesa del Sacro Cuore, quella di San Francesco e quella di San Giovannello. Non manca, partendo dallo spiazzo del Baglio, alla sommità del paese, una visita al castello normanno. Ai luoghi, come di consueto, si affiancano storie e tradizioni narrate dalla viva voce dei personaggi intervistati ed è bello scoprire come in quest’Italia lontana dai grandi flussi turistici e dal caos dei grandi agglomerati urbani uomini e cose riescano ancora a mantenere un equilibrio apparentemente regolato da un codice arcaico.

Grazie a Rai Uno, e indubbiamente anche alla bravura di Proietto, “Sabato & Domenica” porta nelle case dei telespettatori un modo diverso di fare turismo: borghi incantevoli da visitare in tranquillità, con distanze a misura d’uomo, tra atmosfere, profumi e sapori che credevamo scomparsi per sempre.
Giulio Grilletta

6 aprile 2008

La Coca Cola ci "ruba" la gassosa al caffè

Ad Aprile uscirà sul mercato la bevanda della multinazionale in accordo con Illy

Amarcord Moka drink. Il simbolo della cosentinità che dall’alto della sua insegna dai colori giallo e rosso ci sorride al passaggio da una delle più trafficate strade cittadine è seriamente minacciata dal colosso delle bibite gassate Coca Cola. Amanti della gassosina al caffè unitevi! E lottate contro l’ennesimo sopruso. Sì, perché Illy caffè e Coca-Cola Company hanno infatti firmato a Belgrado un accordo per lanciare sul mercato tre nuovi prodotti a base di caffé pronti da bere. La “Ilko Coffee International”, questo il nome della joint venture creata tra l'azienda triestina e il colosso di Atlanta, li proporrà al mercato da aprile. Il nostro è certamente un mercato di nicchia, un topos quasi che per generazioni ha accompagnato i caldi pomeriggi bruzi e non solo, che per anni è stato il nostro vanto fuori regione. Forse non tutti sanno che la nostra amata bevanda “made in Cosenza” è annoverata tra i prodotti agroalimentari tradizionali (P. T. A.) calabresi. E non ce ne vogliano i lametini che sostengono che la loro “Bibicaffè” sia la più longeva -pare infatti sia nata intorno ai primi del ‘900-, nè ce ne vogliano i catanzaresi e la loro “Brasilena”: la nostra gassosina al caffè -al secolo Bozzo drink, ma fu Gallo in principio- non sarà certo così longeva, ma di sicuro è la più buona sul mercato. Diffidate dalle imitazioni. Anche se dovessero avere il marchio Coca Cola. Riusciranno le due major a convincere i cosentini a comprare il loro prodotto? Ci auguriamo di no. Anche se assistiamo ormai inermi alla globalizzazione del gusto. Basta pensare alle frotte di teenager che invadono i Mc Donald’s e che storcono il naso davanti a un bel piatto di “vruacculi e sazizza”. La guerra è aperta, non foss’altro perché “ci hanno rubato l’idea” sotto il naso. Scagli la prima pietra chi non ha mai pensato di diventare ricco esportando l’amata gassosina all’estero... Pare ci abbiano già pensato: sorge il dubbio che qualcuno abbia fatto saggiare al patron Andrea Illy la nostra magica bibita.