Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

30 dicembre 2008

Buon 2009 con Rino


Cari amici blogger probabilmente non riuscirò a passare dai vostri blog per lasciare gli auguri di un ottimo 2009. Quello che faccio è lasciare a voi e a chi mi legge i miei auguri; lo faccio postando un video di un cantante che amo e che non dimenticherò mai.


Rino Gaetano - Sei ottavi -


27 dicembre 2008

Terremoto di Messina. Voci dal passato


Il 28 dicembre 1908 alle ore 5:20’27” ci fu un sisma di intensità pari al 10° grado della scala Mercalli che si stima uccise fra 50 e 100 mila persone in Sicilia e Calabria.
Quella mattina Messina, Reggio Calabria e i territori intorno alla zona dell’epicentro, lo stretto di Scilla e Cariddi, cambiarono faccia per sempre.

Voglio ricordare quell’apocalisse riportando alcune testimonianze dell’epoca lette sul numero di dicembre di Focus Storia in un interessantissimo servizio di Paola Grimaldi.

“Ero in letto allorquando sentii che tutto barcollava intorno a me e un rumore di sinistro che giungeva dal di fuori. In camicia, come ero, balzai dal letto e con uno slancio fui alla finestra per vedere cosa accadeva. Feci appena in tempo a spalancarla che la casa precipitò come un vortice, si inabissò, e tutto disparve in un nebbione denso, traversato come da rumori di valanga e da urla di gente che precipitando moriva”.
Esperienza raccontata all’Avanti! dal futuro deputato Gaetano Salvemini, docente all’università, che quella mattina perse moglie, i 5 figli e una sorella. Fu l’unico sopravvissuto della sua famiglia.

“I muri erano sbattuti come foglie; da tutte le case e le finestre una grandine di tegole, di vasi, di parapetti, di davanzali, di cornicioni si abbatteva nelle strade con un frastuono altissimo […] Mi ricordo che udii cadere le campane della cattedrale, e pensai: addio, Messina, addio, vita”.
Racconto del signor Monforte, telegrafista della stazione ferroviaria di turno quella mattina, al quotidiano Il Mattino.

“Tale era l’intensità delle scosse e la violenza con cui le pareti venivano smosse e il sottosuolo si agitava, che non solo le pareti si piegavano come fogli di carta, ma io stesso mi sentii sbalzare due o tre volte all’altezza di un metro dal pavimento”. “Tenendomi lungo il muro tentai di camminare per le strade. Il rumore delle case crollanti mi assordava. […]Non vi era che un lungo, lugubre, immenso strillo da tutti i punti della città: aiuto,aiuto!”
Testimonianza di Riccardo Vadalà direttore della Gazzetta di Messina che quel mattino si trovava in redazione.

Dopo che la terra tremò, dal mare si alzò un’onda anomala alta 10 metri che travolse macerie e persone. Il tenente di vascello Saccarese, del torpediniere Saffo, dalle pagine del giornale La Tribuna descrisse così il maremoto: “Il mare improvvisamente si gonfiò alzandosi in un’enorme montagna ruggente dallo stretto e si rovesciò con cupo rombo furioso […] Un istante dopo la superficie agitata del mare apparve coperta di botti, d’imbarcazioni, di rottami, di battelli, di casse di petrolio, di frutta, d’agrumi e un nembo fittissimo coprì la povera città da cui si elevavano acute strazianti urla invocanti soccorso”.


13 dicembre 2008

Bova Marina: mareggiata distrugge il lungomare...

Lungomare di Bova Marina dopo la mareggiata (strill.it)

Che tristezza vedere le foto di uno dei lungomari più belli della Calabria distrutto dal maltempo. Parlo del lungomare di Bova Marina, cittadina in provincia di Reggio Calabria particolarmente attiva nel periodo estivo grazie alle sue meravigliose spiagge e al panorama che offre una vista sul Mar Ionio, abbellita dai lineamenti lontani del monte Etna. Ricordo con affetto e nostalgia le mie lunghe estati trascorse da bambino in questa bellissima località. Profumo di gelsomino, clima caldo e difficilmente umido, sport all'oratorio dove ad accoglierci c'era don Mimmo (chissà se c'è ancora),intere giornate passate sulla spiaggia (non ci si stancava mai); a fine giornata ci si incontrava tutti sul lungomare a passeggiare, ascoltare musica ai jukebox, mangiare la buonissima granita caffè-panna con brioche al bar Flachi, o il buonissimo gelato di Bacilieri. Da oltre vent'anni non ritorno più a Bova Marina, chissà come è oggi; l'unica certezza è che dopo la mareggiata non esiste più quel meraviglioso lungomare che mi ha ospitato per tanti anni.

Monte Etna visto da Bova Marina