Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

16 dicembre 2009

Il Presepe Monumentale del Santuario Domenicano di Soriano


di Anna Rotundo

Ogni anno, nel periodo natalizio, il Presepe Monumentale del Convento Domenicano di Soriano Calabro, richiama fedeli e visitatori da ogni parte della nostra regione.
La suggestione di questa stupenda opera d’arte rapisce per il modo in cui ci si ritrova immersi in un ambiente meraviglioso, che ripercorre le principali tappe della storia della salvezza, fino all’Incarnazione, e in un cui domina incontrastata l’armonia della natura, con la sua semplicità e la sua quiete, dove il silenzio viene interrotto di tanto in tanto dal cinguettio degli uccelli, o dai belati degli armenti ai pascoli, quasi a riecheggiare i miti di un mondo arcaico ormai perduto per sempre.

Gli squarci catturano gli sguardi per la profondità quasi inverosimile dei paesaggi che all’orizzonte toccano il cielo, arrecando alla contemplazione una bellezza più profonda e il concetto del mondo fisico come veicolo di una monumentale bellezza spirituale. Una bellezza che cerca anche l’uomo di oggi, uomo sempre alla ricerca di senso, sebbene assordato dal fragore delle macchine e insidiato dalle trappole del consumismo.
Nel nostro Presepe, le scene rievocano storie e reminiscenze di una regione come la Calabria fortemente legata al mondo della tradizione bucolica e agro-pastorale dei tempi antichi: arti e mestieri che nei secoli hanno caratterizzato il tema e il mistero della natività. Eccezionale è anche il susseguirsi delle atmosfere che delineano in maniera quasi naturale, grazie ad abili giochi di luce ben congegnati, le varie fasi del giorno: in particolare il crepuscolo, quando gli sfondi sono animati da colori dai toni fantastici: azzurro e violetto di cobalto, e poi ancora giallo, arancio e rosso, al punto da assumere tratti iperreali. A ciò si aggiunge il fatto che i pastori a grandezza d’uomo e i vari utensili ricercati con cura, rendono più verosimili le scene che, tra l’altro, rappresentano idealmente quello che possiamo considerare un minimuseo dell’arte contadina del comprensorio. Diversi sono stati gli angoli del convento domenicano (persino l’interno delle “Magnifiche Rovine”, i cosiddetti “Scuri”) che hanno ospitato nel corso degli anni questa meravigliosa opera d’arte, sulla scia di quei valori e di quei sentimenti che hanno caratterizzato l’episodio di Greccio e che sono stati trasmessi a tutto il mondo da San Francesco d’Assisi.

Negli anni, il presepe del santuario di San Domenico è divenuto un’attrazione particolare e un punto di richiamo di livello regionale e interregionale, essendo ormai una tappa obbligata dell’itinerario turistico delle Serre Vibonesi. Moltissimi sono i visitatori nel periodo natalizio, a cominciare dalle scolaresche che prima delle vacanze assaporano in anticipo il clima della festa curiosando sui segreti della scenografia. Le visite continuano anche durante tutto l’anno e in estate, quando giungono su questo lembo di Calabria turisti da tutta Italia e dall’estero sull’esempio dei viaggi del “Gran Tour”, per scoprire le delizie nascoste nell’entroterra vibonese.

L’opera ha certamente il fine, pedagogico, di ricordare a tutti che il Natale è la festa della fratellanza e non dell’abbondanza, dell’apertura verso i fratelli indigenti che a causa di tante ingiustizie vedono misconosciuti i loro diritti da quanti non hanno ancora capito il messaggio del Presepe, primo esempio di una società multietnica che annovera insieme uomini e culture sparsi sulla terra sotto un unico cielo, uniti nella fede nell’unico Dio, da tutti riconosciuto come Padre che amorevolmente veglia sull’intero universo, un universo permeato di tanta bellezza verso cui l’arte cristiana si impone come cultura, ovvero come “cultivatio hominis".

http://www.calabresi.net/

8 dicembre 2009

Rilancio del trenino a vapore nel Parco Nazionale della Sila

Le tre Istituzioni, nelle persone della Presidente dell'Ente Parco Sonia Ferrari, del Direttore Generale delle Ferrovie della Calabria Giuseppe Lo Feudo e del Presidente della Provincia Mario Oliverio, hanno firmato il protocollo d'intesa per la valorizzazione del treno a vapore sulla tratta ferroviaria, ubicata nel territorio del Parco Nazionale della Sila, che, partendo da Moccone, attraverso Camigliatello, Croce di Magara, Righo, S.Nicola/Silvana Mansio, Torre Garga, arriva fino a San Giovanni in Fiore. Per l'occasione, erano presenti inoltre anche il Direttore del Parco Michele Laudati, l'Assessore provinciale al Turismo Pietro Lecce e vari dirigenti e funzionari della Provincia.
Inizialmente ideato come uno strumento tramite cui poter attraversare un territorio di suggestiva unicità, mettendo in relazione genti e luoghi viaggiando all'interno del paesaggio silano, il progetto di rilancio del “trenino del Parco” si inserisce in una più ampia prospettiva che vede l'Ente Parco, le Ferrovie della Calabria e la Provincia di Cosenza insieme in un'azione corale per la realizzazione di importanti azioni di tutela e valorizzazione del territorio — volte alla crescita sociale, economica e culturale della Sila — sviluppate soprattutto in relazione alle opportunità derivanti dalla programmazione comunitaria del settennato 2007 – 2013 delineate per il territorio calabrese.
Dal 1916 al 1956 maestranze tenaci e vigorose resero percorribili incantevoli luoghi della Sila ed ora si progetta di ristrutturare una parte della linea ed i caselli destinando gli immobili originariamente adibiti a stazioni di sosta ad una serie di attività turistico-ricettive, come centri di accoglienza e di orientamento alla visita del Parco, B&B, ristoranti tipici, vendita di prodotti locali e di gadget del Parco, spettacoli ed iniziative varie.
Nelle stazioni di partenza e di arrivo saranno realizzati due musei ed è prevista inoltre l'organizzazione lungo la tratta — che rappresenta una delle strade ferrate altimetricamente più alte d'Europa e che offre paesaggi di rara suggestione — di trasferimenti con autobus-navetta presso i centri storici, i laghi, i centri visita del Parco, oltre a degustazioni, spettacoli, iniziative varie. “Attraverso il trenino del Parco sarà possibile realizzare un'attrattiva turistica di primo livello, che diventerà riferimento potenziale di appassionati e punto di partenza di escursioni ed itinerari a piedi, in bicicletta ed a cavallo all'interno del territorio del Parco della Sila. Contemporaneamente si recupererà un'antica linea ferroviaria, fatta di corse verso i luoghi dello sci, di percorrenze straordinarie destinate in particolare ad un pubblico desideroso di recuperare antiche atmosfere su restaurate locomotive a vapore, che attraverseranno la meravigliosa montagna silana” — ha dichiarato la Presidente del Parco, Sonia Ferrari.