Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

16 giugno 2008

Anche quest’estate ho andato in Calabria

La chiave di lettura di questo libro deve essere l'ironia e non altro che l'ironia. In ogni parola che può far sorridere c'è solo piena stima e affetto per la Gente di Calabria.
Un fiero calabrese di Genova.
Anselmo Siviglia

"Non esiste tentazione più forte di quella che prende un Calabrese emigrato di tornare al suo Paese d’origgine quando arriva la Stagione, l’ESTATE! Un giorno, una settimana, un mese non importa, basta andare…, arrivare con la macchina sempre più grossa, parlare calabrese con i compaesani, farsi i bagni nell’acqua pulita, mangiare peperoncino e tornare al Nord più carichi possibile.
Io… anche quest’estate ho andato in Calabria…"

... cliccando cliccando sono riuscito a trovare l'introduzione al libro che riporto di seguito.


"Anche quest'estate ho andato in Calabria come faccio sempre quando arriva la staggione. Ora ho cresciuto sennò prima andavo appena finivo la scuola e stavo lì tre mesi e venivo al Nord che ero tutto nero, con la pancia, non sapevo una parola in italiano e nei temi in classe prendevo sempre cinque sino a Novembre. Il paese dove vado è quello dove stanno i miei nonni che si chiama TROPOLI MARINA, che si trova nella punta della Calabbria e si ffaccia 'nta costiera Ionica e è tanto picciriddu come paese che supra alla cartina geografica dell'Italia meridionale non è mancu menzionato e dove c'è lo chiamano Tropolo Marina; il mare è molto bello e pulito anche se quarcheduno dice che ci stanno i barili radioattivi, ma tanto non fanno niente subbito. Tropoli è una lunga strada dritta dove le macchine passano alla velocità che vogliono e se ti piace puoi andare pure in piazza a fare le sgommate: il più migliore è Attilieddu. A destra c'è il mare e la ferrovia e le crete sulla sinistra; qui d'estate tornano tutti i parenti emigrati: io e la mia famiglia quest'anno ho andato con l'‟Alfa 155 anche se io volevo andare con l'aereo ma mio padre mi ha detto “sei sempre la pecora nera‟ e così ho stato costretto a andare con loro che è una tradizione in macchina o in treno tutti assieme quando chiudono le fabbriche del Nord anche se mio padre è in pensione.
A Tropoli ci sono principalmente tre attività commerciali e sono il Bar Pizzeria HAPPY di 'Ntoni, Pasquale che fa il pane e la bucceria Protì che è riconoscibbile perché ndavi na pelli i crapa mpizzata fuori dalla porta. Dal Bar Pizzeria HAPPY ci va tutta la gente che va giù e fa anche le penne alla bestemmia che c'è tanto peperoncino che poi ti fa bestemmiare e dopo ti dà una cosa da bere che quando la butti giù la senti arrivare fino allo stomaco; noi all'inizio abbiamo sempre qualche infiammazione per il peperoncino. Pasquale fa il pane di grano più buono che c'è in tutta la costa Ionica e non zolo e fa anche il biscotto di grano, lo stomatico, le frise e le cudduredde. Poi ci sono i bucceri che fanno u satizzu piccante che rrustuto è qualcosa che non c'e in nessun posto. Io vado sempre a Tropoli perché mi piace, perché sei in contatto con la natura anche se un po' secca dal caldo e con gli animali, ciò i parenti, cuggini e amici: c'è Tano che quest'anno si è fidanzato e voleva fidanzarmi anche a me con una che non posso dire il nome sennò lo sanno tutti, c'è Mimmu che si è sposato quest'anno e non mi ha invitato al matrimonio e per non dare dispiacere ai miei parenti mi sono offeso un po' perché lì ci tengono, c'è Ceciareddu che lui si cerca di occuparsi un po' di politica ma lo fa come io parlo l'italiano, c'è Micu che ora però lavora a Milano e si è comprato una macchina tanto grossa che tra un po' non c'entra nel paese. A Tropoli non è come al Nord che c'è il problema della disoccupazione perché i giovani sono tutti disoccupati felici e si tira avanti con le penzioni di qualche parente; d'inverno vanno a caccia per cinghiali e d'estete pescano con le barche anche se il più famoso pescatore del paese, Santo mi ha detto “Nzermu u mari dà sempre di meno”; perciò il tempo se lo passano. Ora provo a dirvi como mi passo le giornate tipiche a Tropoli d'estate ma non solo io ma tutto il paese; d'inverno ci sono andato poche volte e perciò non lo so ma non penso che sono tanto diverse da queste. Perché c'è tanto caldo non si fanno tante cose: la mattina dopo che mi sveglio verso le dieci e mezza e sei tutto sudato vado 'nto furnu di Pasquale che è fratello di 'Ntoni del Bar e faccio colazione lì con pane caldo, olio, rriganu e peperoncino che non manca mai ma dà i problemi che ho detto prima; dopo vado in spiaggia dove ci sono i parenti e saluto tutti e faccio un bagno: quest'anno la spiaggia è veramente la più bella che c'è per i massi che hanno messo tempo addietro e c'è tutta la sabbia poi c'è la barca con il motore quando parte mi diverto; prendo un po' di sole che lì picchia a cinquanta gradi e bastano dieci minuti al giorno per diventare tutto nero e all'una meno venti quando passa la littorina vado a casa a mangiare che mia nonna mi da tanto da mangiare perché dice che quest'anno mi trova ancora più smagruto che poi dormi fino alle sei di pomeriggio quando sei tutto sudato che ti svegli e vai al mare di nuovo fino alle otto di sera e poi mangi di nuovo e poi forse esci".
www.ilmiolibro.it


27 commenti:

Irene ha detto...

"...ho andato in Calabria" troppo forte. Grazie dell'indicazione del libro. Condivido l'ironia, l'ironia serve, fa bene e fa apprezzare anche questo tipo di scritti... che appunto fanno bene! ciao ciao

Daniele Verzetti il Rockpoeta ha detto...

Sto ancora ridendo! Ironia pura e sorriso garantito.

Libro da prendere in seria considerazione....

ArabaFenice ha detto...

leggevo e mi sembrava di leggere la storia di uno dei tantissimi miei compaesani emigrati. a parte il linguaggio, il resto è tutto uguale.

articolo21 ha detto...

Anche io ho andare in Calabria ahaha

Franca ha detto...

Io non ho mai andata in vacanza in Calabria, ma ci faccio un pensierino...

marchigno7972 ha detto...

grazie boys

Suysan ha detto...

Anche io ad agosto ho andata in Calabria.......

Virgilio Rospigliosi ha detto...

Che forte!!! A parte la forma dialettale ma c'è tanta spontaneità sono le cose che uno pensa veramente. Senza filtri!

A presto, Virgilio

alianorah ha detto...

Ma è vera?

Pino Amoruso ha detto...

@alianorah - Certo che è vera!!!
Ciao :)

Aglaia ha detto...

l'ironia è ciò che mi consente di vivere con un sorriso anche quando il sorriso proprio non vorrebbe esserci! grazie per l'indicazione questo libro spero di leggerlo presto!
Buona serata:-)

LauBel ha detto...

davvero un significativo esempio di cultura popolare... c'è da imparare molto, anche dal "popolo"...

chit ha detto...

Geniale?!?! :-D

Spero proprio prima o poi di riuscire a trovare tempo e modo per conoscere le vostre terre, sei avvisato ;-)

Romano ha detto...

Gentilissimo Direttore di questo blog virgola anzi punto e virgola con la presente le comunico che anche il qui presente lettore ha da andare in calabria e non vede l'ora di farlo!!!!!!!

Pino Amoruso ha detto...

@Chit - Fammelo sapere...spero in estate però, perché abito a Milano...
;)

stella ha detto...

Quante persone del nord,originarie del sud, la loro Terra non vedono l'ora di riabbracciare!

Francesco Candeliere ha detto...

Pino anche io non vedo l'ora di riabbracciare la nostra cara terra.Tocchi sempre una mia parte molto sensibile:l'amore per la "nostra cara terra".
Sono curioso del libro da te citato,vado a comprarlo.
Complimenti,sempre originale!!!
Un saluto

Anna Righeblu ha detto...

Un titolo e un brano che mi hanno fatto venire immediatamente in mente "Io speriamo che me la cavo", ma questo è diverso...
In qualche punto sembra un po' studiato.
Però l'ho letto con piacere, tutto, ci faccio un pensierino.

A presto :)

Punzy ha detto...

GUarda, lo compro volentieri, da brava emigrante so di cosa parla :)

Irene ha detto...

---oggi ho preso la "littorina" e sono andata in centro per spese. I dieci minuti al giorno per diventare tutta nera ci sono ma manca il sole... ---- mi piace troppo questo brano. E' vero che ricorda "Io speriamo che me la cavo" ciao ciao

Carmine Volpe ha detto...

è proprio cosi, il ritorno degli immigrati negli anni 70, uno sguardo di nostalgia oggi però la realtà è diversa le macchine più grosse le hanno in paese, per molti l'illusione del benessere si è trasformato in un incubo, poveri per il sud e poveri per il nord

Raggio di sole ha detto...

Ironico e divertente questo libro!!

Buon fine settimana Pino

Annarita ha detto...

Caro Pino, mi hai fatto un bel regalo con questo post! Leggendolo ho ritrovato l'amore per la propria terra e l'orgoglio della gente del sud, che vive al nord ed è fiera delle sue origini.

C'è ironia, intelligente ironia in quel che ho letto, ma consentimi anche di più...

Sono una fiera donna salentina, innamorata ed orgogliosa della mia terra. Anche se ho sposato un romagnolo e vivo al nord (al cuore non si comanda!), quasi due mesi estivi di pura immersione nella mia salentinità non me li toglie nessuno!
Oggi lo sharing su websomethingelse è dedicato tutto a questo blog!

Un abbraccio grande
annarita

davideb ha detto...

Ciao pino, continua cosi !!!!

Guernica ha detto...

Buon fine settimana anche a te caro!:)

Franca ha detto...

Buona domenica!

Lieve ha detto...

Pino!!
Che te lo dico a fa'...
quest'anno anche io vado in Calabbria ;)
E probabilmente rivivrò molte delle cose che ha raccontato lo scrittore ^^
Ciauz!