Il libro, raccoglie i diari di due viaggi paralleli in bicicletta, fatti a distanza di un secolo, il primo dal Bertarelli, industriale milanese, pioniere del turismo moderno e principale animatore e dirigente del Touring Club Italiano, ed il secondo dall’urbanista napoletano e appassionato cicloturista Giannì. Cicloturisti in Calabria mette al confronto due esperienze molto distanti, non solo dal punto di vista cronologico. Il viaggio di Bertarelli iniziò da Reggio Calabria, una mattina di primavera del 1897, e terminò cinque giorni dopo ad Eboli. Giannì, due anni fa ha fatto lo stesso percorso, percorrendo le stesse strade, di murattiana e borbonica memoria, ma al contrario, da Eboli a Reggio. Sebbene i due usino lo stesso mezzo meccanico, i contesti storici dei due viaggi sono tanto diversi da dar luogo ad esperienze di viaggio completamente difformi. Quella del Bertarelli è un’impresa eccezionale, con un mezzo che pesava oltre i 20 kg, e che gli permetteva di raggiungere notevoli velocità, il viaggio ciclistico di Giannì, seppure faticoso, non ha oggigiorno la veste dell’impresa e il suo ritmo diviene lento se paragonato a quello dei fragorosi mezzi che affollano le stesse strade che Bertarelli aveva visto deserte di uomini e cose. La primitività delle condizioni di vita dettate in buona parte dalle difficili condizioni ambientali, dal territorio e dai climi è un dato al quale Bertarelli è costretto presto a fare esperienza. Nel corso del viaggio è visto dai contadini e dagli abitanti del posto, dove non è mai passata prima una bicicletta, come un marziano. Siete inglese? Gli chiedono nel reggino. Voi venite dall’America? Gli chiedono a Mormanno e a Laino tre signori “si smascellano dalle risa” vedendogli gonfiare una ruota. Cose dell’altro mondo che dovevano venire, per forza, da paesi come l’Inghilterra o l’America. Giannì, un secolo dopo, si mette in viaggio con l’intenzione di vedere quanto rimane della verginità selvaggia di allora. Dalla valle del Crati a Vibo e all’area dello Stretto è costretto a deprecare “un’urbanizzazione priva di regole e inospitale, accanimento senza senso sullo storico patrimonio edilizio campestre”. E se nel fondovalle del Crati il Bertarelli vi aveva descritto un ambiente selvaggio col bosco e il rigoglioso corso d’acqua e il silenzio era rotto solo da centinaia di cavallini selvatici, buoi dalle lunghe corna e trampolieri il Giannì vi trova stabilimenti industriali, parcheggi, negozi, traffico indemoniato, rumori e cattivi odori, senza mai scorgere il fiume. Pur tuttavia, pedalando tra il Pollino, la Sila e l’Aspromonte, Giannì ha più volte l’occasione di assaporare con lo sguardo paesaggi mutevoli e misteriosi e di sentire gli odori dei boschi. Una Rogliano armoniosa e fresca gli fa dimenticare la calura che stroncherebbe anche un cammello e nella “garibaldina” Soveria Mannelli c’è un bel fresco che esalta l’odore del bosco ed un tratto ancora funzionante delle Ferrovie Calabro-Lucane, altrove tristemente smantellate. Arrivato al capolinea sul lungomare Falcomatà di Reggio trova decine di migliaia di persone, in una mistura interclassista come si vede solo sulle spiagge brasiliane di Rio. Al termine del viaggio Giannì è convinto che sebbene anche la Calabria più incognita e incontaminata non esista più, un viaggio lento nella Calabria interna consente ancora il gusto della scoperta ed il piacere di vivere un’esperienza unica ed indimenticabile. Le Calabrie di un tempo, sembra volerci dire, ci sono ancora, uomini e luoghi, ma bisogna saperli cercare nelle pieghe della banalizzazione e della più sciatta omologazione.
Cicloturisti in Calabria (due diari di viaggio 1897 e 2006) di Luigi Vittorio Bertarelli e Roberto Giannì.
Rubettino edizioni 7,90 euro.
17 commenti:
Bhe, fare un viaggio così è sicuramente faticoso, ma altrettanto sicuramente da l'opportunità di vedere e comprendere cose che in altro modo si perdono...
questo genere di "racconti di viaggio" mi appassionano molto...
Io purtroppo in Calabria ho viaggiato solo in treno, e dico purtroppo perche', grazie a Trenitalia, il viaggio e' stato un incubo :(
Un libro davvero affascinante,un diario di un modo di viaggiare che permette, come scrive Franca, di vedere, scoprire piccoli mondi nascosti agli automobilisti ecc..
Due tempi, quindi due mondi, a confronto.
Bella segnalazione, grazie Pino!
Il romanticismo che da il viaggiare in bici va recuperato (anche se io sono più per le camminate).
L'auto è un mezzo importante ma per raggiungere certi posti davvero incontaminati è giusto che siano altri i mezzi utilizzabili.
Un libro che davvero, come altri hanno già ben osservato, farà aprire gli occhi al lettore su una Calabria magica ma meno conosciuta.
Ciao Pino
Daniele
Grazie per aver sostenuto con un commento su rockpoeta la "Terra dei Fuochi". Ti invito da me per prelevare i banner. Abbiamo bisogno di tutti per diffondere l'iniziativa. Grazie, se poi vorrai fare scambio link ben volentieri. Ti aspetto!
Pino, quando vuoi, verresti a ritirare il Premio A.P.U. da me?
Ciao.
Grazie per il viaggio.
Ciao, passavo per un saluto. Francesco
Oltre a viaggiare all'interno della Calabria in bici quanto prima per arrivarci ci serviremo anche di questo mezzo.
Perché con il treno, come è stato già detto, è un incubo con la macchina è un pericolo e con gli aerei è un'impresa che costa!
Giusto ieri ho visto il film l'abbuffata di Calopresti, girato in Calabria, a Diamante. Era un po' triste perchè parlava delle poche opportunità che che la provincia, specie al sud, offre, ma Diamante e tutta la Calabria sono bellissime.
Un bel giro in bicicletta Pino!! Attraverso te e i tuoi post , sto conoscendo una regione che non ho mai visitato.
Ciao e a presto !
ciao!! se puoi passa da me: c'è un'informazione utile per collaborare a "far respirare" la terra...
scusaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
stavo con l'account del blog di mia mamma... ero io che, in realtà volevo darti il messaggio di cui sopra (nonna laura)
Ogni luogo a volerlo conoscere sono sicuro sveli uomini e luoghi unici, interessante questo sulla Calabria, non mancherò di leggerlo.
Bici e conoscenza sono un binomio pefetto!? ;-)
interessante.
Ciao Pino, che combinazione! Pur se in altri termini, anche da me si parla di biciclette.
La tua recensione è molto interessante, mi segno il libro...
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