Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

1 ottobre 2008

Il Morzello (ù Morzeddhu)


Il morzello ( u' Morzeddhu in dialetto Catanzarese) non è altro che un pezzo di pitta spaccato a libretto e riempito con un caldissimo intingolo composto da trippa e frattaglie bovine (i diuneddi), concentrato di pomodoro, peperoncino piccante, sale, alloro e origano.
La pitta è un tipico pane Calabrese a forma di ciambella schiacciata e con poca mollica che deve essere divisa in pezzi abbastanza grandi (dipende dalla fame che avete!) tagliati a loro volta a libro per poterci mettere dentro il Morzello.
Ovviamente la pitta con dentro il Morzello va mangiata rigorosamente a morsi, senza l'ausilio di nessuna posata.
Il vero Morzello Catanzarese andrebbe mangiato piccantissimo ma, se non ve la sentite di trasformarvi in mangiafuoco, potete tranquillamente diminuire la quantità di peperoncino o, se non vi piace il piccante, eliminarlo.
Quando ancora andavo a scuola, il morzello era considerato lo spuntino mattutino di studenti, impiegati e operai; veniva infatti preparato in tarda mattinata nelle botteghe (putiche) all'interno dei numerosi vicoli della città di Catanzaro. Verso le 10/11 di mattina non era difficile trovare all'interno delle tante "putiche" (botteghe) catanzaresi, studenti che avevano "salato" (marinato) la scuola insieme a tute blu e colletti bianchi con le "pitte" in mano.
Anche se il nome della pietanza deriva dallo spagnolo "al muerzo", le origini del Morzello sono da ricercarsi nella provincia di Catanzaro tra le cittadine di Catanzaro, Tiriolo e Taverna.
La leggenda sulla nascita del morzello narra di una donna di nome Chicchina che in seguito alla morte del marito si è dovuta adattare a fare i lavori più umili per poter crescere i figli e tirare avanti.
Nel periodo di Natale, fu chiamata a pulire il cortile dove venivano macellati gli animali e a raccogliere le frattaglie per poi portarle alla discarica della Fiumarella; non sapendo cosa preparare per il pranzo di Natale decise di pulire tutte le frattaglie e di lavarle per farne una "zuppa di carne".
Da allora, u' Morzeddhu è diventato uno dei piatti più amati dai Calabresi...e non solo.

Vediamo adesso come si prepara.
Bisogna per prima cosa mettere a bollire in una pentola colma d'acqua la trippa e le altre parti dopo averle lavate, asciugate e tagliate a pezzi; le carni saranno pronte quando si potranno infilare con una forchetta. Una volta cotte le interiora, bisogna mettere da parte il grasso che affiora in superficie, e tagliare il tutto in piccoli pezzi. Fatto questo si prepara un soffritto a fuoco vivo con peperoncino, alloro, origano, la colatura del grasso e poco olio, si aggiunge la carne, si sala il tutto e si fa rosolare finché non toglie l'acqua in eccesso. Dopo aver soffritto il tutto, bisogna mettere a fuoco molto lento; si aggiunge il concentrato di pomodoro e la salsa di peperoni , si fa insaporire la carne, e subito dopo si aggiunge la conserva di pomodoro. Si aggiunge dell'acqua tiepida. Dopo mezz'ora bisogna mettere un mazzo di origano intero nella pentola e utilizzare questo per rimestare il morzello. A questo punto non ci resta che aggiustare di sale e peperoncino e aspettare. Dopo circa 4 ore il morzello sarà pronto.


16 commenti:

Suysan ha detto...

ho mangiato la "pitta" diverse volte ma il Morzello no....solo a pensarlo ho i bruciori di stomaco!!!

Romano ha detto...

E come è buono..... Ve lo consiglio ;)

articolo21 ha detto...

Finchè c'è cibo, c'è speranza.

Virgilio Rospigliosi ha detto...

Sicuramente buonissimo, certo però che a colazione è un pò una bomba!
Sarà che io sono abituato a cappuccino e brioches!!!

Ciao, Virgilio

calabrisella ha detto...

che meraviglia! non sapevo cosa fosse u murzeddu anche se lo avevo sentito nominare spesso...in effetti almuerzo in spagnolo significa colazione. io a scuola avevo l'uscita libera alle 11 e correvamo tutti a farci un bel trancio di pizza fumante.
buona giornata

Masino ha detto...

Nei tempi che furono a CZ c'erano molti posti dove il morzeddhu veniva preparato, ora si possono contare sulle dita di una mano, proprio perche' le nuove generazioni ne fanno volentieri a meno. A me piace, pero' quello che fa mia madre.
:}

chit ha detto...

Seppur sia un personaggio culinariamente "discutibile" (nel senso che mangio poco o nulla) devo dire che questo piatto.. non so ma mi "prende". Farò leggere la ricetta alla mia dolce metà, io meglio che oltre la bistecca non vada :-D

Un abbraccio ed un pensiero ;-)

Daniele Verzetti il Rockpoeta ha detto...

Sì sì piccantissimo!!!!! Voglio mangiarlo deve essere spettacolare!!!

Io proverei anche a prepararlo ma il pane calabrese da cui si fa dove lo trovo a Genova? SIc, sono molto triste....

Ciao Pino :-)))
Daniele

Andrew ha detto...

dovrebbe essere buono!

GlitterVictim ha detto...

Mi sa tanto che u' Morzeddhu non fa per me e pensare che la trippa è un piatto tipico della mia zona peccato che non riesca neppure ad avvicinarmi.

Cris ha detto...

ciao carissimo!!!!!!!!1grazie mille per il premio!!!!!!!!!!!sono davvero felicissimo..........mi hai quasi commosso..grazie davvero.........ciao.

Matteo L. ha detto...

Ma è una cosa fantastica sto piatto. Mi sembra pesantuccio ma il gusto deve essere fantastico.

LauBel ha detto...

ehilà pino... che tentazione! bravo però... ma tu la sai fare così invitante come si vede dalla foto (e come si percepisce dalla descrizione)? alla prossima! :-)

Raggio di sole ha detto...

Ciao Pino !!! Non sapevo che ti dilettavi in cucina !! Comunque sia questo piatto è molto invitante.

Alessandro Arcuri ha detto...

Minchia, come mai Pasquale Dianomarina non ne ha mai parlato nei suoi incontri per il campionato di calabrese estremo? ^__^

Renata ha detto...

Sei un adescatore, quindi ! Che piatto, caro amico, che piatto ! Complimenti anche a questo tipo di splendida poesia. Quella conviviale, della gioia a tavola ! Grazie. Dev'essere un incontro indimenticabile con i sapori della tua terra. Bacio.