Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

18 marzo 2008

"I Vattienti"

L'anno scorso in occasione della Pasqua ho pubblicato due post in cui ho descritto alcune tipologie di Processioni; nel primo post (http://pinoamoruso.blogspot.com/2007/04/.........) ho parlato della "Naca" di Catanzaro e delle "Congreghe e Misteri" di Rossano.
Nel secondo, invece, ho descritto un rito unico e spettacolare che non conoscevo e che si tiene ogni anno a Bova in provincia di Reggio Calabria: la “Processione delle Persephoni” (http://pinoamoruso.blogspot.com/2007/04/....).


Quest'anno ho deciso di parlare della tradizione secolare dei “Vattienti” di Nocera Terinese, piccolo borgo calabrese in provincia di Catanzaro, in cui ogni anno durante la Settimana Santa si ripete, appunto,il rito dei “Vattienti”, letteralmente i flagellanti. Si tratta di un rito religioso cristiano ma in cui molti ravvedono sfaccettature pagane e altri ancora i segni della barbarie che contraddistinse l’epoca medievale.
Il rito dell’autoflagellazione molto antico, viene ancora oggi praticato; vi è incertezza riguardo la sua introduzione nella cultura e nei costumi ed usanze religiose di Nocera Terinese (Agostiniani, Benedettini, Gesuiti, Minori Conventuali o Passionisti). Fatto sta che tutti gli anni, intorno alle ore 20.00 del Venerdì Santo, gli “Apostoli” (Portantini), vestiti di lungo camice bianco e corona di spine in testa, prelevano la pesante Statua dalla Chiesa dell’Annunziata ove è ben allocata da sempre e, a spalle, con ritmo lento e cadenzato, danno inizio alla “VIA CRUCIS”. A metà processione intervengono, puntuali, 10 o 15 Vattienti (Flagellanti) che indossano dei pantaloncini rigorosamente scuri e corti per lasciare nude le gambe e le cosce, che saranno le parti flagellate, e viene loro posta sul capo una corona di spine.
Le gambe dei vattienti vengono massaggiate con un infuso di rosmarino, riscaldato in precedenza, per facilitare il riassorbimento del sangue.
Gli strumenti con cui il vattiente dà luogo al rito sono il cardo e la rosa. Si tratta di dischi di sughero con i quali il vattiente si percuote. Sulla superficie di uno di questi dischi tredici pezzi di vetro che simboleggiano i dodici apostoli e Cristo; l’altro disco è, invece, ben levigato e viene usato sia per preparare prima con i colpi la pelle a ricevere le ferite procurate dalle schegge di vetro sia, secondo alcuni, per macchiare con il sangue le mura e le porte delle case attraversate dalla processione.
Il vattiente esce dalla propria casa con le braccia incrociate e impugnando il cardo e la rosa. Ma nella processione non è solo. Legato a lui con una corda c’è, infatti, l’ ecce homo. Si tratta in genere di un ragazzino che indossa soltanto un panno rosso che gli lascia scoperte le spalle e una corona di spine.
L’ecce homo, nel dialetto locale acciomu, trascina per tutta la processione una croce rivestita di rosso e rappresenta la figura e il sacrificio di Cristo.
I vattienti camminano per il paese battendosi prima davanti alla propria casa e poi davanti alle case di amici e parenti, i sagrati delle chiese e davanti alle icone votive. Nel loro percorso di espiazione sono accompagnati da parenti e amici che bagnano loro le gambe con infusi di vino e aceto. In questo modo, prevengono sia possibili infezioni che la formazione di coaguli e croste che oltre a provocare dolore renderebbero meno scenico il rito.
Così il sangue continua a sgorgare in forma liquida fino a che, giunti alla statua della Madonna dell’Addolorata, il vattiente, dopo aver pregato, ritorna nelle propria casa. Dopo essersi rivestito si ricongiunge subito alla folla e segue, a sua volta, il percorso degli altri flagellanti.
Voglio concludere riportando quanto scritto da Antonio & Giovanni Mendicino nel libro "Oje è vennere Santu..."
“I flagellanti di Nocera Terinese non costituiscono una confraternita religiosa, non si battono per protestare contro una società misera e malcontenta. Si battono per voto che si adempie per ottenere una grazia o perché l’hanno già ottenuta. Il voto viene sempre fatto per ragioni familiari ed è essenziale per il flagellante compierlo, anche a costo di grandi sacrifici.
Per il flagellante l’importante è offrire il sangue per la grazia chiesta alla Vergine Addolorata. C’è in questo rito un atteggiamento culturale”. "Sento qualcosa di irresistibile nella vita per cui sono spinto a battermi"; è questa un’esigenza fisica determinata da qualcosa di inconscio che li fa trepidare, quel “chjurire 'e gambe”(prurire le gambe) che tutti avvertono nei giorni precedenti il Sabato Santo. Certamente questa loro ostinazione nel battersi è un’abitudine che spiegherebbe non solo gli stati d’animo angosciosi in cui si trovano prima della festa, ma anche la necessità del ritorno in Nocera dalla Svizzera, dalla Germania, da Milano, ecc.. I vattienti ritengono la flagellazione come un identificarsi con Cristo Salvatore e vogliono da un lato salvarsi con l’effusione del loro sangue e dall’altro soddisfare il voto. Cristo ha salvato l’umanità con il suo sangue divino: il vattiente, invece, è creatura umana, imperfetta, peccatrice, e volendo salvare se stesso e gli altri cui è unito da vincoli di affetto e sapendo che il suo sangue non può avere tale potenza salvatrice, rinnova quasi il battesimo, questa volta però di sangue, ed effonde il suo sangue mescolandolo con quello di Cristo. Si identifica così col Salvatore e dà al suo sangue la potenza dell’amore e della vita. Questo è il vero motivo del rito dei vattienti di Nocera Terinese: attribuirgli un carattere di esclusivo esibizionismo o di un vanitoso fanatismo di alcuni giovani sprovveduti, significa relegarlo ai margini di un semplice fenomeno spettacolare, ottimo solo per attirare le folle dei curiosi o di qualche allegro cineasta”.


19 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta ha detto...

Ma si fustigano davvero? Onestamente io non lo farei mai nè onestamente lo vedrei. Ammetto che mi farebbe effetto.

Ciao Pino :-)))
Daniele

articolo21 ha detto...

Bisogna dire che queste cose fanno obbiettivamente un pò effetto... ma è cultura anche questa.

Punzy ha detto...

Mi piace molto il tuo blog dedicato alla Calabria. Si sente l'amore per la tua terra. Devo dire che ci sono stata spesso ma l'ho sempre capita poco...

Punzy ha detto...

In effetti sembra un rito un pò cruento. MIpiace molto un blog dedicato alla tua terra. DEvo dire che la Calabria mi è sempre piaciuta ma l'ho sempre capita poco..

micky1mouse ha detto...

In un paese campano che si chiama Altavilla ogni anno, d'estate, c'è una processione in cui i "battenti" camminano per chilometri, battendo a terra i piedi nudi, sotto il sole, fino ad arrivare in una chiesa. E lo fanno fare anche ai bambini.
E altre forme di "devozione" simile si possono ritrovare in molti posti.
Per me sono esagerazioni inutili che non hanno nulla a che fare con la religione. Non è questo che serve, non è questo che li farà essere meno peccatori.
La calabria ha mille altri motivi per essere visitata e spero che nessuno ci vada per vedere queste cose. Non è questo che vorrebbe un vero calabrese. Almeno spero.

micky1mouse ha detto...

In un paese campano che si chiama Altavilla ogni anno, d'estate, c'è una processione in cui i "battenti" camminano per chilometri, battendo a terra i piedi nudi, sotto il sole, fino ad arrivare in una chiesa. E lo fanno fare anche ai bambini.
E altre forme di "devozione" simile si possono ritrovare in molti posti.
Per me sono esagerazioni inutili che non hanno nulla a che fare con la religione. Non è questo che serve, non è questo che li farà essere meno peccatori.
La calabria ha mille altri motivi per essere visitata e spero che nessuno ci vada per vedere queste cose. Non è questo che vorrebbe un vero calabrese. Almeno spero.

Franca ha detto...

Io sono per la valorizzazione delle tradizioni locali, ma queste manifestazioni di fede sanguinolente non mi sono mai piaciute.
Ci sono altri modi, per così dire più "privati" per ringraziare per le grazie ricevute o per espiare le proprie colpe

calabrisella ha detto...

pensavo non esistessero più queste usanze! impressionante! non credo potrei farlo nè essere una spettatrice...ma per chi ci crede deve essere una esperienza molto forte.

Guernica ha detto...

Ciao Pino!
Beh, potrà anche essere una tradizione..però non è che mi piace molto...
Io sono molto perplessa riguardo queste cose qui..intendo tipo la fustigazione, cilici ecc...
Comunque, ovviamente, ciascuno è libero di far ciò che vuole!
A presto caro!

Antonio Candeliere ha detto...

E' bello che qualcuno valorizzi il patrimonio culturale della nostra bellissima terra.

daniela ha detto...

Mi piacciono le tradizioni ma questa mi lascia un pò perplessa. Sicuramente alle spalle c'è un profondo significato simbolico, però i simboli con cui si identifica gran parte del cristianesimo, per quanto suggestivi e affascinanti, devo dire che non mi sembrano orientati alla creazione di valore.
Il tuo blog è veramente interessante. :-)

giadatea ha detto...

Non ho mai assistito ad una simile rappresentazione, credo che in generale il rischio sia di vederla come qualcosa di folkloristico e al di fuori del phatos che invece muove le persone a compierla, non so come reagirei...

Melina2811 ha detto...

stò facendo un giro a salutare gli amici di tutti i blog da me preferiti e ad augurare Buona Pasqua. Ciao da Maria

Maria Angela ha detto...

Non è così bello questo spettacolo eh!!!! Perché di spettacolo di tratta, a mio modestissimo parere. Poi che alcuni siano spinti da VERA FEDE, tanto di cappello, ad ognuno la PROPRIA di fede. Ma queste e altre cose del genere, sinceramente mi lasciano perplessa e null'altro.

Maria Angela

P.S.... grazie per i saluti e i commenti che lasci sempre sul mio blog :-)

Virgilio Rospigliosi ha detto...

Che coraggio però!! Si vede che la sentono proprio, grazie per avercela fatta conoscere.
Ciao e Buona Pasqua, Virgilio

Ondamagis ha detto...

Interessante questo post, al di là della crudeltà o meno delle tradizioni. Passavo di qui per un saluto e per farti gli auguri di buona Pasqua, caso mai non avessi più il tempo per farlo. Buonanotte, Pino

Annarita ha detto...

Conoscevo questa tradizione secolare per averla vista in un documentario televisivo, l'anno scorso, e ne sono rimasta colpita fortemente.

Auguro Buona Pasqua a te e ai lettori di questo blog.

Un abbraccio
Annarita

Morwsna ha detto...

NOn avevo mai sentito parlare di questo.. davvero interessante anche se poi un po' commerciali son pur sempre tradizioni

Un saluto e buona Pasqua

M0rg4n4

Mimmo ha detto...

...conosco questa pratica.
ma non la condivido affatto.