RENDE. Salviamo l’ambiente calabrese in modo responsabile per non incorrere in un processo di desertificazione galoppante. È il grido di allarme lanciato all’Università della Calabria nel corso del convegno promosso dal dipartimento di ecologia - Laboratorio di Geografia - e dalla Società Geografica Italiana. Molte zone della nostra regione ed in particolare il crotonese e la sibaritide sono esposte a situazioni di desertificazione, per cui bisogna intervenire con forme di investimenti economici e di sensibilizzazione della società perché si doti e viva il proprio ambiente nel rispetto della qualità della vita. Il convegno si è sviluppato seguendo la traccia indicata nel tema: “Conoscenze ed azioni nella lotta alla desertificazione”, con gli interventi iniziali del Pro Rettore, prof. Lucio Grandinetti, e degli assessori regionali all’Agricoltura e all’Ambiente, Mario Pirillo e Diego Tommasi, che hanno evidenziato l’impegno della Regione Calabria nel sostenere, rapportandosi con il mondo universitario e scientifico, con finanziamenti e progetti adeguati lo sviluppo e la difesa del territorio; mentre l’Assessore Provinciale all’ambiente, Luigi Marrello, ha parlato delle funzioni esercitate dall’Amministrazione Provinciale di Cosenza in materia di programmazione e difesa ambientale del territorio, ricco di grandi potenzialità anche turistiche. È toccato poi a Domenico Pappaterra, presidente del Parco Nazionale del Pollino, chiudere lo spazio riservato al mondo delle istituzioni, il quale ha lanciato un accorato appello per individuare le azioni giuste e le pratiche di gestione del territorio in modo da evitare disastri ecologici e ambientali come quelli registrati durante la scorsa estate. Il convegno, moderato dal prof. Franco Salvatori, presidente della Società Geografica Italiana, è entrato poi nel vivo della discussione con la relazione del prof. Piero Gagliardo, del dipartimento di ecologia dell’UniCal e promotore dell’evento. “Vi è la necessità - ha dichiarato il prof. Piero Gagliardo - di diffondere la più ampia conoscenza possibile sul tema della desertificazione, rispetto al quale esiste una diffusa ignoranza, dipendente dal fatto che nell’immaginario collettivo il termine viene associato e localizzato in aree dove i deserti sono già presenti e ben lontani dal nostro bel Paese. È importante, quindi portare questo problema all’interno del mondo della scuola, attraverso incontri, esposizioni di mostre, distribuzione di materiale informativo, convegni regionali, nazionali e internazionali, produzione di pannelli esplicativi dell’argomento e di mostre fotografiche”. “Da tutte le esperienze acquisite fino ad oggi, ed in particolare dopo avere partecipato ai lavori della COP8 a Madrid, avvenuta agli inizi di questo mese di settembre - ha proseguito il prof. Gagliardo - il laboratorio di geografia dell’Unical, ha ritenuto opportuno di promuovere tre iniziative di ricerca in Calabria. Si tratta di sviluppare un metodo integrato per stabilire come i legami tra povertà e degrado della terra possono essere valutati. La seconda iniziativa riguarda una linea di ricerca che preveda la realizzazione di studi pilota in Calabria, riguardante i sistemi di allerta precoce. Un terzo impegno sarà quello di organizzare una scuola estiva di tecniche di rilevamento delle criticità ambientali sui temi della siccità e della desertificazione, aperta a ricercatori stranieri, al fine di trasmettere livelli di conoscenza derivabili dall’osservazione diretta e da rilievi accurati su territori calabresi a rischio di degrado e di desertificazione a ricercatori che vivono e lavorano nel centro e nord Europa e che non hanno alcuna esperienza di eventi di desertificazione. Un progetto - ha concluso il prof. Gagliardo - che dovrà coinvolgere non solo il dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria, quanto gli assessorati all’agricoltura e all’ambiente, l’Arpa Calabria, il Cnr, l’ex ARSSA e le associazioni di categoria del mondo rurale”. L’intervento del prof. Piero Gagliardo si è chiuso mostrando delle immagini ad effetto della nostra regione, alternando immagini bellissime dei nostri boschi, laghi e pascoli, ad altre riprese dall’alto che mostrano le colline e le pianure del crotonese ormai aride e che, invece, meriterebbero un recupero al verde e alla loro bellezza ambientale in contrasto con le acque del mare. “Per arrivare a ciò - ha affermato il prof. Gagliardo - bisogna che ognuno ami questa terra e questi ambienti. È solo con l’amore che si può salvare la bellezza del nostro ambiente”.
giornaledicalabria.it
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