Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

29 novembre 2007

A vucàta

Visito spesso il sito Calabresi. net "Calabresi nel mondo". Stamattina ho letto un articolo di Angelo Iorfida dal titolo " La Donna dei miei tempi". Dopo aver fatto una distinzione tra le donne di oggi e quelle "dei tempi" del sig. Angelo, viene descritta una usanza, o meglio viene raccontato come si faceva il bucato o meglio "a vucata".

"Oggi, nell'era tecnologica, basta premere l'interruttore della lavatrice e : voilà; il miraolo si compie, senza sprecare energia fisica, ma solamente elettrica. Le nostre nonne invece, facevano il bucato nel seguente modo:

1) dovevano andare in montagna a raccogliere la legna necessaria per il fuoco, quindi tagliarla,caricarla in testa e portarla a casa;

2) andare al fiume, alaca o salubro, oppure ad un qualsiasi burrone vicino casa dove scorreva acqua abbondante, lavare i panni, caricarli sulla testa e ritornare a casa;

3) Tornati a casa si metteva una "cardara" a bollire con acqua e cenere, a fianco c'era un grande vaso o giarra, alto un metro e mezzo che si stringeva verso la base, dove era posto un tubetto di scarico. I panni venivano messi in questo vaso, a strati e coperti con un lenzuolo che fungeva da filtro. Su questo lenzuolo si versava il liquido bollente, che poi usciva dallo scarico. I nostri vestiti, ovviamente, non erano delicati, i vestiti di allora erano di lana, filata dalle nostre nonne in casa e "asili" (fibre di ginestra), filate allo stesso modo. Questo processo serviva a dare bianchezza ai panni.

4) Il giorno seguente si faceva ritorno al fiume a risciacquare i panni che poi venivano stesi su pietre e cespugli al sole ad asciugare. A sera si ritornava a casa stanchissimi, ma con panni puliti e bianchissimi e sopratutto senza avere causato danni al sistema ecologico".

Angelo Iorfida chiude il suo articolo dicendo: "il passato è bello perchè noi lo ricordiamo bello, ma vi asicuro che la bellezza sta solo nel ricordo. Ai giovani di oggi raccomando solo una cosa : ricordate la vostra semenza e la vostra storia, la conoscenza del vostro passato vi condurrà verso il vostro futuro".

7 commenti:

ArabaFenice ha detto...

DAlle mie parti non ci sono fiumi ma il bucato veniva comunque fatto in casa con la cenere. Mia madre mi racconta sempre che "nessun bianco che più bianco non si può" è paragonabile alla luminosità del bucato fatto con la cenere. Tradizioni che purtroppo non possono essere recuperate. Ma più che tradizioni, dei veri e proprio riti che rappresentavano anche momenti di aggregazione.

Giovanna Alborino ha detto...

mi piacciono le ultime parole di angelo lofrida
ciao pino

Annarita ha detto...

Concordo con le considerazioni di arabafenice e trovo significativa la chiusura di A. Iorfida:"...il passato è bello perchè noi lo ricordiamo bello, ma vi asicuro che la bellezza sta solo nel ricordo. Ai giovani di oggi raccomando solo una cosa : ricordate la vostra semenza e la vostra storia, la conoscenza del vostro passato vi condurrà verso il vostro futuro".
Trovo profondamente vero e attuale quanto affermato da Iorfida!

Complimenti per il blog:)

Sono d'accordo per lo scambio link che mi hai chiesto...è un'eccezione perchè non lo faccio mai:)

Pino Amoruso ha detto...

xannarita - grazie per aver accettato l'invito allo scambio link e soprattutto per aver visitato il mio blog. Ritengo i tuoi complimenti sinceri visto l'eccezzione che hai fatto nell'accettare lo scambio link.

Un carissimo saluto a gio ed arabafenice e grazie per i commenti sempre ben accetti :-))

Mimmo ha detto...

In effetti è vero: è bello sentire i racconti della vita che fu, nemmeno manco tanto remota, ma non erano affatto anni facili e semplici da affrontare!
Rispetto, e tanto, per i nostri avi.

Anonymous ha detto...

Si questo articolo mi ha fatto risentire i racconti di mia madre riguardanti il rito del bucato fatto a mano ,con la cenere,acqua fredda.(il ricordo era impresso anche nelle sue mani deformate da una visibile artrosi).i racconti dei panni stesi al sole ad asciugare...Saluti affettuosi da Patrizia

Anonymous ha detto...

Saluti e complimenti per questo interessante blog Patrizia