Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

8 agosto 2010

Marcello Cua


Il 1 agosto è morto a Roma Marcello Cua, scultore, pittore e poeta, noto soprattutto per i suoi interventi ai più importanti appuntamenti d'arte d'Europa
Marcello Cua nasce il 24 settembre 1955 a Maranise, piccolo borgo del comune di Fossato Serralta (CZ).
Trascorre i primi 16 anni immerso in quella cornice naturale di rara bellezza che sono le montagne della presila.
Caso unico in tutto il territorio della Presila Catanzarese, si distingue da subito per le sue idee, il suo anticonformismo, il suo modo di vivere bohemienne.
Frequenta la facoltà di psicologia presso "La Sapienza" di Roma ed è parte integrante e saliente del Movimento studentesco che tanto fece parlare di sè negli anni 70.
Finiti i sogni rivoluzionari utopistici di "La Meglio Gioventù" Marcello, come tanti altri compagni di lotta, si trova ad un bivio: lasciarsi inghiottire dal sistema socio politico culturale, cosi duramente contestato, oppure scegliere la sua "via" individuale e, necessariamente solitaria.
Spirito libero, insofferente ad ogni regola e modo convenzionale di vivere, nutrito di letteratura nietzschiana, sceglie, ovviamente, il cammino solitario.
Da Roma, tra una esame e l'altro, si sposta continuamente in auto-stop, visitando mezza Europa. La sua natura introspettiva lo spinge verso la ricerca interiore, prima attraverso le filosofie orientali poi, negli anni 80, l'incontro decisivo con l'Antroposofia di Rudolf Steiner.
Nasce in quegli anni, un fortissimo desiderio di natura e di arte.
L'arte lo attira come un potente magnete.
Quando un uomo non ha più scelta è un uomo libero, ama ripetere Marcello.
Egli sente che le sue mani vogliono plasmare la materia informe.
Nascono le sue prime sculture.
Ormai 27enne lascia definitivamente la facoltà di psicologia e si iscrive all'Accademia di Belle Arti a Catanzaro. Ancora studente,visita i maggiori musei del mondo, allestisce le sue prime mostre, gli viene commissionato il primo monumento pubblico, vende le sue prime opere.
Il primo periodo è caratterizzato da forme alquanto allungate e contorte a volte quasi filiformi.
E' il momento in cui lo spazio vuoto predomina sulla scultura ridotta, quasi sempre, a una presenza minima!
Marcello Cua è ancora impregnato di esistenzialismo e questo si riflette inevitabilmente sulle sue sculture smaterializzate.
L'angoscia, la solitudine, la morte sono i temi dominanti.
Ne derivano figure impalpabili,quasi evanescenti che tendono disperatamente di sfuggire il peso della materia.
Definito dalla critica, scultore giacomettiano, si differenzia, tuttavia, per un modo diverso di trattare la superficie: Giacometti amava la superficie corrosa,lacerata, Cua, al contrario, predilige levigare fino a rendere traslucida la materia.
Inoltre, Cua pratica ampi squarci, le sue sculture sono spesso "bucate",il vuoto e il concavo diventano elementi più importanti del pieno o del convesso, ridotti, questi, a minime tracce.
L'attività artistica di Marcello non si limita alla scultura, egli è attivo anche come pittore e poeta,

Hanno scritto di lui:
Eduardo Filippo, Carla Benincasa, Leopoldo Chieffallo, Giuseppe D’Agostino, Arcangelo Pugliese, Clemente Angotti, Antonio Aracri, Vincenzo Ursini, Carmine Mustari, Fulvio Castellani, Tommaso Bevacqua.

Recensioni:
Il Giornale di Calabria, Il Piccolissimo, Comunità Domani, l’Opinione, Il popolo Calabrese, Calabria, Gazzetta del Sud, Il Domani, Il Quotidiano.
Le sue opere sono presenti su tutto il territorio nazionale e all'estero in collezioni, pubbliche e private.

Biografia e foto tratte dal sito www.marcellocua.com

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