Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

25 dicembre 2016

Dolci Natalizi Calabresi

La pitta 'mpigliata


La pitta 'mpigliata è un dolce tipico calabrese, originario di San Giovanni in Fiore ma molto diffuso in tutta la provincia di Cosenza. È un dolce preparato sia nel periodo pasquale, sia in occasione del Natale; è ormai consumato in gran parte della Calabria. A Catanzaro il dolce è preparato per il Natale e identificato con il nome di pitta'nchiusa. Il nome deriva dall'ebraico e dall'arabo pita, che significa schiacciata. Il periodo al quale si fa riferimento della nascita della pitta 'mpigliata è il 1700. Il dolce veniva preparato soprattutto per le cerimonie nuziali; questo dolce doveva essere preparato dalla stessa sposa per il banchetto di nozze. Veniva tradizionalmente servito su un vassoio ricoperto da un centrino di pizzo lavorato all'uncinetto e decorato con noci, rametti di agrifoglio e bastoncini di cannella legati da nastrini rossi. (Come riferisce un documento notarile di San Giovanni in Fiore, risalente al 1728). Nel corso del tempo il dolce è diventato tipico di Natale; ovviamente, come sempre nella cucina regionale, le varianti sono non poche. Ci sono, ad esempio, delle variazioni sulla frutta secca, sul tipo di miele usato; alcuni eseguono l'impasto con il cognac invece di utilizzare il vermouth, in ogni caso il dolce mantiene sempre la sua forma tipica e viene servito con la classica forma a pitta (ossia a pizza, forma piatta e rotonda). Vi sono comunque oltre alla forma a pitta, quella a rosellina (o rosetta), la forma allungata tipo torrone e la forma a “cullura” (ciambella).
A San Giovanni in Fiore, da alcuni anni si svolge una manifestazione promozionale, che ha lo scopo di elevare ad interesse nazionale, il dolce silano. Attraverso la manifestazione si stabilisce ogni anno il record mondiale della pitta 'mpigliata più lunga del mondo.




Turdiddri (o turdilli, crustuli o cannariculi)


La ricetta dei turdiddri (o turdilli, crustuli o cannariculi) è antichissima, era utilizzata dalle massaie cosentine durante il periodo natalizio e si tramanda da generazioni. Per farli si usano prodotti della terra. È un piatto povero ma tradizionale, che non può mancare in tavola per la sera di Natale. Simili a dei grossi gnocchi rigati, i turdilli si preparano con pochi semplici ingredienti, poi vengono fritti e ricoperti di miele di fichi oppure di api. Ci sono diverse ricette dei turdilli, che assumono anche nome diverso a seconda della zona: con o senza uova, con il lievito o con il vermouth, con il miele di api o il vino cotto. Io vi propongo la ricetta tradizionale antica, senza uova e senza lievito, con il moscato nell'impasto e la classica copertura con il miele di fichi che si usa nel cosentino. 
Il miele di fichi è tipico di Cosenza, ma difficile da trovare e poco usato altrove, infatti l’altra versione più conosciuta dei turdilli è con il miele d’api con cui quello di fichi può essere sostituito, anche se non è proprio la stessa cosa, perchè è proprio il miele di fichi a rendere speciali e deliziosi questi piccoli dolcetti. Se proprio non trovate il miele di fichi vi consiglio almeno il miele di castagno, che ha un gusto più deciso ed aromatico rispetto al millefiori o al miele di acacia che sono più delicati.




Pasta a confetti (Pasta a cumpett)


Questo dolce è molto simile per composizione agli struffoli. Presenta delle differenze per alcuni ingredienti e per la forma. Infatti il nome deriva dalla forma a pigna delle piccole parti di pasta di cui si compone. Infine il dolce si cosparge di miele e diavoletti colorati.
Di forma irregolare, c’è chi punta ad una forma quasi sferica, chi la preferisce di forma oblunga. La ricetta originale non prevede l’uso di lievito chimico, in quanto la pasta confetto deve crescere in padella con un movimento lento e costante, conferito all’olio di cottura in movimento.



Giurgiulena o Giuggiulena



La giurgiulèna (chiamata anche giuggiulena è un tipico dolce di Natale; è un'eredità della pasticceria araba in arabo il termine ǧulǧulān/ǧulǧalān (جلجلان) significa "seme di coriandolo o di sesamo". Il sesamo, si sa, è alimento basilare nella cucina araba in genere, ed il nostro meridione è stato per lungo tempo influenzato da questo popolo, in Calabria in particolare ha lasciato l’uso del prodotto in questo dolce tipico natalizio: la giurgiulena.
Richiede una preparazione molto lunga, con un riposo di ventiquattr'ore. La giuggiulena viene in genere tagliata a rombi o rettangoli, a volte cosparsa con confetti colorati e presentata in porzioni individuali, a volte anche su aromatiche foglie di arancio.




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