Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

19 dicembre 2016

Il “Presepe Vivente” di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio

Il “Presepe Vivente” di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio è una manifestazione di folklore e devozione che si svolge durante le vacanze natalizie, tra Natale e Capodanno, nei giorni 27-28 e 29 dicembre dalle 17.30 alle 20.30.
Quella del 2016 è la quinta edizione. Il Presepe Vivente viene organizzato mediante un percorso tra le vie e le viuzze del borgo antico, in cui i paesani si trasformano in figuranti mettendo in scena un presepe coinvolgente che unisce tradizione religiosa e tradizione del territorio. Il risultato è un'interessante commistione di storie conosciute, quelle del Vangelo, e storie sconosciute, quelle del paese di Sant'Andrea e dello spirito calabrese di queste zone, in una cornice che è sicuramente corretto definire teatrale.
I visitatori provengono da ogni parte della Calabria e anche da altre Regioni. Essi ammontano a circa 3500.
Sant'Andrea Apostolo dello Ionio è un comune della provincia di Catanzaro che conta poco più di 2000 abitanti.
L' edizione del 2012 di questo presepe è stata vincitrice del miglior presepe vivente d'Italia e la regia è stata affidata a Rocco Chinnici.
il percorso alterna visione e realtà, in una sequenza temporale che riproduce inquietudini di madre e ricordi dell'infanzia di Maria. Parliamo di cornice teatrale per evidenziare il fatto che questo presepe vivente non è affatto statico e silenzioso ma è recitato e cantato, anche con una certa enfasi! 
Piccoli quadretti della vita di un tempo nei borghi calabresi si intrecciano con la storia di Gesù, raccontata da Maria come nell’edizione del 2013. Le emozioni di una mamma insieme a quelle di una donna, semplice ma allo stesso tempo straordinaria. Come tutte le mamme.
Il percorso non sarebbe stato così suggestivo se fossero mancate la serietà ed il rigore da parte degli organizzatori e dei figuranti (Circa 200). Le visite si svolgono a piccoli gruppi ed è vietato parlare sia con gli altri membri del gruppo, sia con i figuranti. Tutto si svolgeva nel rispetto della scena e delle musiche, esigendo il silenzio degli spettatori, proprio come a teatro.
La struttura del percorso conferisce significato a tutta la narrazione: non è la ragione a scandire gli avvenimenti ma sono le passioni. Anche di un Erode che per paura di perdere il suo trono ordina ai suoi soldati di uccidere tutti i bambini del villaggio
Scene più elaborate si alternano a scene più semplici, creando attesa e sorpresa.
Questo anno le scene che hanno formato il presepe sono state 50. Una delle novità è quella dei pescatori al lago. La presenza dell'albero che impedisce allo sguardo di andare oltre la scena, chiudendola in questo terrazzo ricco di vegetazione.
L'aspetto più affascinante è quello folkloristico che si esprime con la rappresentazione di momenti e tradizioni della vita del posto: dalla preparazione del pane, a quella del sapone e di altri prodotti tipici del posto, come le zeppole. Praticamente un piccolo museo delle arti e dei mestieri della Calabria di un tempo ma anche di quella di oggi. Magari cambia qualche strumento che diventa più comodo, più semplice, ma i prodotti, la cura e la passione con la quale vengono realizzati, rimangono gli stessi.
Il calzolaio, l' argagnaru, L'arrotino, Il fabbro
"E tu ce l'hai un fatticello da raccontare?" chiede l'anziano alla bimba, dopo aver raccontato la sua entusiasmante storia. Questa è la mia scena preferita.

Ci si diverte attraversando questa storia e queste stradine che in calabrese chiameremo "rughe". Ma ancor di più mi sono fatta prendere dall'affiatamento popolare che una simile organizzazione richiede: non è così semplice mettere su uno spettacolo tanto grande e popoloso. Si viene rapiti dalle voci, quelle candide dei bimbi e quelle calde dei più grandi, che cantano in dialetto le storie che solo questi borghi conoscono. Un paese che mettendo in mostra se stesso, si fa conoscere e conserva la memoria delle proprie tradizioni riportando alla vita oggetti che hanno ancora tante cose da raccontare. Un paese, Sant'Andrea Apostolo dello Jonio, che mostrando se stesso riesce anche a far ricordare perché esiste il Natale, qual è la grande narrazione che ispira queste feste e che fonda gran parte del mondo occidentale cristiano e cattolico.

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