Si vuole che il primo nome della Calabria fosse stato "Aschenazia" dal suo primo abitatore "Aschenez", nipote di Jafet, figlio di Noe'. Egli sarebbe approdato sulla costa dove ora sorge Reggio Calabria, che, a perenne memoria dell'ipotetico avvenimento, ha intitolato a lui una strada: "via Aschenez ".

19 maggio 2007

Mattia Preti: il Cavaliere Calabrese

Tempo fa Pietro De Seta, pittore e scenografo calabrese trapiantato da anni in Lombardia dove vive e lavora, ha organizzato una "vetrina" presso l'ufficio di rappresentanza turistica della Regione Calabria in via Broletto a Milano. Detta vetrina si è aperta con una delle più belle e originali opere di Mattia Preti, "La Presentazione di Gesù al tempio". Andai a visitare questa "vetrina" dove il pubblico era subito attratto da una scenografia quasi da opera teatrale; il sipario era dominato dalla riproduzione dell'opera del dipinto pretiano. Sul proscenio vi erano la casacca di appartenenza all'Ordine Gerosolimitano ed una tavolozza con gli strumenti di lavoro dell'artista, tracce del percorso spirituale ed artistico di Mattia Preti. Naturalmente prima di andare a visitare il tutto, ho approfondito le mie conoscenze su Mattia Preti, detto Cavaliere Calabrese fino ad arrivare a pubblicare questo post sulla vita dell'artista calabrese con qualche mese di ritardo. Mattia Preti nacque a Taverna (Catanzaro) nel 1613; i suoi genitori, Cesare e Innocenza Schipani, appartenevano a famiglie onorate e rispettate per qualità intellettuali e morali. Purtroppo la sua città natale non possiede alcun documento relativo alla sua infanzia; addirittura manca la pagina di registrazione della sua nascita nei libri parrocchiali di S. Martino chiesa in cui fu battezzato.
Per la sua formazione furono importanti i suoi viaggi, ricordati dalle fonti, ma di cui non si ha notizia certa. Giovanissimo, intorno al 1630, raggiunse Roma dove si dedicò allo studio del disegno, frequentando l’Accademia di San Luca ed entrando in contatto con la pittura di Caravaggio e dei caravaggisti. Mattia Preti subì anche l’influenza del Guercino; infatti, attratto dalla potenza del disegno del Guercino, che aveva esposto nella Basilica di San Pietro "Sepoltura di S. Petronilla", si recò a Cento accolto dalla scuola del maestro. Ben presto Preti lasciò la scuola del Guercino, nonostante il maestro avesse voluto trattenerlo, per recarsi a Venezia, Modena, Milano, Parigi ed Anversa dove fu ospitato dal Rubens. Nel 1647 ritornò a Roma; appartengono a questo periodo romano della sua attività gli affreschi in San Giovanni Calibita e nell’abside di S. Andrea della Valle dove eseguì gli affreschi rappresentanti il martirio del Santo scoperti nel 1651 "con molto plauso universale" come si legge in un manoscritto esistente nell’Archivio della Chiesa. Nel 1652 eseguì l’affresco in San Carlo ai Catinari a Roma rappresentante L’elemosina di San Carlo. L’anno successivo il pittore si trasferì a Napoli dove rimase per un quinquennio arricchendo la città di affreschi e tele diventando personalità di spicco della città. Tra il 1657 e il 1659 eseguì sulle porte della città gli affreschi votivi per la peste; eseguì, inoltre, il ciclo con Storie della vita di San Pietro Celestino e Santa Caterina d’Alessandria sul soffitto della chiesa di San Pietro a Maiella, le due redazioni del Figliuol Prodigo che oggi si trovano al museo di Capodimonte e a Palazzo Reale a Napoli, il San Sebastiano e la Madonna di Costantinopoli per le chiese di S.Maria dei Sette Dolori e Sant’Agostino agli Scalzi.
Nel 1661 l’artista si trasferì a Malta dove lavorò intensamente per superare difficoltà di ordine economico. Tra il 1672/74 Preti trascorse un breve periodo a Taverna ove lasciò tele alle Chiese ed a privati, preziosi pegni del suo grande amore per la terra natia.
Mattia Preti trascorse l’ultimo periodo della sua vita a Malta, dove come pittore ufficiale dei Cavalieri dell’Ordine Gerosolimitano, fu impegnato nella decorazione della cattedrale di S. Giovanni a La Valletta con Storie del Battista e in numerose tele per le chiese dell’isola. Nel 1691 il Consiglio dell’Ordine gli riconobbe, come segno di gratitudine, la pensione a vita che non fermò l’attività del pittore calabrese. Morì a La Valletta il 13 gennaio 1699; i suoi resti riposano nella chiesa di San Giovanni a La Valletta.

1 commento:

Anonymous ha detto...

salve, sono Roberto D'Alessandro ed ho uno spettacolo su Mattia Preti che mi piacerebbe replicare al nord al sud ed anche all'estero. io vivo e lavoro a Roma
eee.robertodalessandro.it